Nacque ad Alicudi il 12 Gennaio 1900, secondo di cinque figli che ebbero naturalmente destini diversi ma raggiunsero tutti notevoli affermazioni sia nel campo lavorativo che in quello scientifico e politico. Salvatore, primogenito; ingegnere navale, navigò sempre nelle maggiori navi che toccavano i porti dell’Estremo Oriente e dell’America e, proprio quì, durante la guerra del 1940, restò prigioniero di guerra; ma quei lunghi anni gli servirono per incontrare spesso la sorella Carmela che sposatasi molto giovane, viveva a New York con la sua numerosa famiglia.Vittorio, grande studioso, laureatosi in Medicina, divenne docente universitario giovanissimo. Insegnò per oltre 30 anni all’Università di Palermo che, dopo la sua morte, gli dedicò l’Aula Magna; fu autore di oltre 400 pubblicazioni, componente del C.N.R., Presidente della Società Italiana di Biologia Sperimentale, medaglia d’oro del Ministero della P.I., dottore in Farmacia honoris causa. Leopoldo, dirigente dell’Inail, si dedicò alla politica e fu eletto senatore in diverse legislature. Amò intensamente le “sue isole” e, dopo interminabili studi e affannose ricerche storiche, scrisse 4 libri per farne conoscere la loro lunga e importante storia.
L’intera famiglia Zagami si trasferì a Messina nell’Ottobre del 1909, dove tutti i fratelli studiarono sotto la guida dei genitori, in particolare della madre, donna modesta ma dotata di vivissima intelligenza che li spronò sempre a studiare per crearsi un avvenire decoroso. Il passaggio dalla piccola, aspra e silenziosa isola di Alicudi alla città di Messina, benché distrutta dal terremoto del 1908, aprì a tutti i fratelli nuovi orizzonti e una nuova visione della vita: nuovi abitudini, nuove conoscenze, studi più seri e nuovo modo di vivere e socializzare.
Ultimati gli studi Bartolo frequentò l’Accademia navale di Livorno che lo mise a stretto contatto con un ambiente diverso; ambiente severo che perfezionò la sua formazione e gli aprì nuovi orizzonti. Le crociere con l’Amerigo Vespucci che resteranno sempre vive nei suoi ricordi e nei suoi racconti preferiti, spronarono giornalmente la sua irrequieta fantasia sempre alla ricerca affannosa di crearsi un suo lavoro libero ed individuale e le cui responsabilità di successo o insuccesso sarebbero dipese solo dalle sue capacità e dalle sue future decisioni. Egli sognava di creare qualcosa di suo perciò, quando ultimata l’Accademia, per accontentare il padre aveva vinto un concorso alla dogana, rifiutò decisamente il posto. Questo qualcosa di suo fu appunto la SEL.
La sua grande dedizione al lavoro gli fu pubblicamente riconosciuta nel 1967 dalla CCIAA mediante la consegna del diploma di “ Premiazione per la fedeltà al lavoro e per il progresso economico ed il conferimento del titolo di Commendatore del Lavoro” il 27 Dicembre 1965. Morì a Lipari ormai novantenne.