Filicudi

Filicudi è un’isola di 9,7kmq e fa parte del comune di Lipari. Anticamente era nota comePhoenicusa, dal grego antico Φοινικοῦσσα che significa “ricco di felci”, dove per felce si intende una palma nana ancora presente sull’isola.
L’isola di Filicudi è la quinta isola in ordine di grandezza dele Eolie, la seconda isola più occidentale dell’arcipelago ed è situata a circa 24 miglia ad ovest di Lipari.

E’ dominata dal monte Fossa Felci, un vulcano spento alto 774 m. Oltre ad esso, di vulcani ce ne sono ben altri sette, tutti spenti da molto tempo, e per questo fortemente segnati dall’erosione.
La popolazione, circa 200 abitanti ( che diventano 3000 nella stagione estiva), è distribuita tra i centri di Filicudi Porto, Valdichiesa, Pecorini, Pecorini a mare, Canale e Rocca di Ciavoli collegati tra loro dall’unica strada asfaltata dell’isola e da una fitta trama di mulattiere. La località di Stimpagnato, nel sud-est dell’isola, è abitata da turisti soltanto durante l’estate. Gli abitanti si chiamano filicudari e, ad oggi, i principali prodotti agricoli dell’isola sono i capperi ed i fichi. La principale voce dell’economia locale è il tursimo; la pesca non è praticata intensamente, mentre lo è quella amatoriale o comunque non professionale. Il giro dell’isola in barca ne esalta la sua natura selvaggia, con l’affascinanteGrotta del Bue Marino, vicino a Punta Perciato, lo Scoglio della Canna e la spettacolare Punta di Zucco Grande.

CENNI STORICI:

I primi nuclei di abitatori stabili arrivarono a Filicudi intorno alla fine del IV millennio a.C.,
come dimostrano alcuni rinvenimenti in superficie di frammenti di ceramica neolitica dello stile di Diana, sul versante del piano del Porto. A partire dal 1952 e poi negli anni ’60 Luigi BernabòBrea, con la collaborazione di Madeleine Cavalier, condusse gli scavi nel principale villaggio dell’età del bronzo di Filicudi (II-III millennio a.C.). La Montagnola di Capo Graziano (alt. m. 135 s.l.m.) si presenta con fianchi scoscesi estremamente accidentati; solo sul lato orientale il pendio è meno ripido e oggi sistemato a terrazze. Il maggior nucleo del villaggio si addensava in un ripiano di circa m. 100 x 30 alla quota di un centinaio di metri. s.l.m. anche se le capanne dovevano estendersi fino alla sommità della Montagnola. Il villaggio si sviluppò in quel periodo culturale che appunto dal Capo Graziano prende il nome e cioè nel XVI-XV secolo a.C., quando dovette essere abbandonato un precedente insediamento, che era situato nel sottostante e indifeso Piano del Porto, probabilmente in seguito alla minaccia di incursioni nemiche. Continuò a fiorire anche nel successivo periodo della cultura del Milazzese (XIV-XIII sec. a.C.), alla fine del quale fu completamente distrutto e abbandonato. Filicudi rimase disabitata fino all’età greca (V-IV sec. a.C.) e in questo periodo prende il nome di Phoinikussa, derivante dalle felci che ancora oggi crescono sul cratere del vulcano della Fossa delle Felci (m.774). Durante l’età romana è documentata una continuità dell’ abitato del piano del porto. Probabilmrente l’isola continuò ad essere abitata anche in età bizantina come è stato dedotto dalla scoperta di una piccola necropoli composta da tombe tagliate nella roccia.

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