Salina misura 26,4 kmq ed è la seconda per estensione e per popolazione dopo Lipari. Conta complessivamente circa 2.300 abitanti ed è divisa, dal1909, in tre comuni: Santa Marina Salina, Malfa e Leni. Formata da sei antichi vulcani, possiede in ordine il primo e terzo rilievo più alto dell’arcipelago: il monte “Fossa delle Felci”, 961 m e il “Monte dei Porri”, 860 m che conservano la tipica forma conica. Da questi due vulcani spenti deriva il suo antico nome greco Διδύμη, Didyme, (da δίδυμος, didymos, “gemello”). Dagli scavi sono emersi resti di insediamenti risalenti all’età del bronzo, attestanti l’alternanza di periodi di completo abbandono e altri di forte sviluppo. Ritrovamenti presso Santa Marina mostrano un notevole insediamento attorno al IV secolo a.C. Durante il VII secolo d.C., Salina fu una delle Eolie più popolate perché i vulcani di Lipari erano in attività. Le invasioni arabe la resero deserta finché, attorno al XVII secolo tornò a popolarsi. Salina è l’isola più fertile e ricca d’acqua delle Eolie: è infatti famosa per la coltivazione di uve pregiate da cui si ricava la “Malvasia delle Lipari”, un vino di sapore dolce e la produzione di capperi, esportati in tutto il mondo. Altra fonte importante dell’economia è il turismo ed inoltre Salina è da tempo una delle isole più rappresentative dell’arcipelago. Nel 1980 è stato istituito il parco regionale di Salina e nel 1981 la riserva naturale dei due monti. È stata il set de Il postino (1994), l’ultimo film interpretato da Massimo Troisi. Dal 2007 è sede del SalinaDocFest, festival internazionale del documentario narrativo.
I SUOI 3 COMUNI:
SANTA MARINA SALINA: è un centro abitato di circa 850 abitanti situato posta al centro della costa orientale dell’isola di Salina, Santa Marina Salina prende il nome dalla chiesa di Santa Marina della Bitinia, santa patrona che si festeggia il 17 luglio. Fu possesso di Giuseppe Sollima, Alessandro Galletti e Giovanni Pietro II. Già frazione di Salina, si costituì in comune autonomo nel 1909. L’economia si basa sull’agricoltura, che produce ortaggi, frutta, olive e uva da vino, sulla pesca e sul turismo, favorito anche dalla presenza di un porto turistico. Il territorio è compreso nella Riserva Naturale Le Montagne delle Felci e dei Porri. Altra importante frazione del Comune di Santa Marina Salina è Lingua, dove è presente un laghetto di acqua salata da cui anticamente si estraeva il sale e che ha dato l’odierno nome all’isola.
MALFA: Malfa ha una superficie di 8 kmq, è situato in una zona collinare a circa 100 metri s.l.m. e conta circa 1000 abitanti. Per diversi secoli a partire dal XVII sec. appartenne alla famiglia feudale dei Galletti, facendo parte del territorio di Castanea e divenne comune autonomo nel 1909. Il nome Malfa potrebbe derivare dall’arabo marfa, che significa “porto” oppure, secondo un’altra ipotesi, dalla repubblica marinara di Amalfi, in quanto un gruppo di persone proveniente da tale città vi si stabilì nel XII secolo. Le frazioni sono Capo Faro e Pollara. L’economia si basa sull’agricoltura (vite, uva passa, olive, capperi), l’artigianato, la pesca ed il turismo. Famosa è la produzione di vino, soprattutto di malvasia. A Malfa ci sono due chiese: quella del santo patrono San Lorenzo terminata nel 1733 (il cui culto era stato portato dai coloni amalfitani nel 1.100) e quella dell’Immacolata che si trova nel centro urbano, fu iniziata nell’ottocento e aperta al pubblico solo nel 1928. Sempre a Malfa si trova il Museo Eoliano dell’Emigrazione e l’Erbario eoliano. Tra le varie iniziative estive ricordiamo “La Sagra del Totano” il 31 di agosto.
LENI: Leni conta 684 abitanti, divisi tra il centro principale e Rinella, frazione del Comune e secondo porto dell’isola. Ha una superficie di 8,56 kmq, e un’altitudine media di 202 m sopra il livello del mare. Sorge su una zona collinare vicino al litorale, un tempo fu territorio feudale e sino al 1909 era una frazione del comune di Salina. Il nome Leni deriva forse dal greco lenòs (torchio), un nome dunque connesso con la produzione di vino (un grappolo d’uva è infatti presente nel simbolo del comune) e di olive. Secondo un’altra ipotesi, Leni deriva invece dal nome di persona greco Eléne, probabilmente una donna di nome Elena a cui il paese era stato dedicato. L’economia si basa sull’agricoltura (uva, olive e capperi), l’artigianato, la pesca (pesce spada e tonno) ed il turismo, grazie alle spiagge ed alle bellezze naturali, da degustazioni dei prodotti tipici locali. Al comune di Leni appartiene Val Di Chiesa dove si trova il santuario della Madonna del Terzito festeggiata il 23 luglio e meta di diversi pellegrinaggi. Altre feste tradizionali sono: la festa patronale, il 19 marzo in onore di S. Giuseppe e il primo maggio ” a tavuliata i S.Giuseppi” simile a quella organizzata a Malfa con i caratteristici ceci ed i piatti tradizionali preparati dai paesani; la festa di S. Gaetano che si celebra nella frazione di Rinella il 7 Agosto; la settimana enogastronomica, in cui vengono preparate pietanze tipiche del periodo autunnale, assieme alla degustazione dei vini dell’isola (prima settimana di ottobre); la sagra dell’olio nuovo, in cui le famiglie cucinano diverse tipologie di pane nei forni a legna e poi lo offrono ai visitatori condito con l’olio preparato nel frantoio lenese e vino (ultima domenica di novembre).
CENNI STORICI:
Un insediamento stabile di genti proveniente dalla Sicilia è sorto a Salina fin dall’inizio del neolitico medio, contemporaneamente ai primi insediamenti di Castellaro Vecchio nell’isola di Lipari, negli ultimi secoli del V millennio a.C. Gli scavi fatti nel 1989 hanno messo in luce una capanna ovale riconoscibile nello scavo solo a causa della diversa compattezza del terreno. Se ne riconobbe il suolo battuto su cui erano vasi frantumati, ossidiana, placche litiche, ecc. Un accumulo di pietre tutto intorno al margine superiore era certamente in rapporto con un tetto stramineo che ricopriva la capanna. E’ un tipo di abitazione assai primitivo, noto nell’Italia meridionale, ma finora mai ritrovato in Sicilia e nelle Eolie. Un altro insediamento, alquanto più tardo, è stato scoperto successivamente (1990) sul Serro Brigadiere, un dosso che sovrasta l’abitato di Santa Marina Salina. Venne in luce un gruppo di capanne, anch’esse di tipo molto primitivo scavate nel terreno, addossate ad un banco di tufo grigio compatto. Erano delle semplici fosse allungate con angoli arrotondati, con suolo battuto. Talvolta il perimetro era completato con una successione di pietre o allineamento di pietrame che circondava il margine superiore della fossa, certo in rapporto con la copertura delle capanne. Queste capanne appartengono alla facies culturale di Piano Quartara (seconda metà del III millennio). La ceramica raccolta attesta anche una frequentazione di questa zona fin dall’eneolitico iniziale (prima metà del III millennio a.C.) e dall’eneolitico medio (ceramica dello stile di Piano Conte, intorno alla metà del III millennio). L’abitato continua fino alla successiva fase culturale di Capo Graziano (inizio dell’età del bronzo). Poco più in basso è addossata al pendio della collina una capanna del bronzo medio (cultura del Milazzese, XIV secolo a.C.). Alla fase della cultura di Capo Graziano è riferibile un insediamento capannicolo sulla ripida dorsale della contrada a poca distanza della capanna neolitica di Rinicedda . Nel corso del XIV secolo a.C., mentre fioriva la cultura del Milazzese, di fronte all’aggravarsi del pericolo di incursioni nemiche anche a Salina l’abitato si spostò in una posizione estremamente disagevole, ma fortissima, sulla sommità di una sottile cresta di terreno fra due profondi canali di erosione, sui quali incombe con pareti verticali pressochè ovunque inaccessibili.Una parte consistente del sito fu indagata nel 1955 da Bernabò Brea e Cavalier, che rinvennero dieci capanne di forma circolare, ricavate nel ripido pendio in un terreno di pomici e lapilli alquanto consolidati, semiinterrate sul lato a monte e costruite in elevazione con pietre a secco sul lato a mare. Il villaggio presentava evidenti testimonianze di una distruzione violenta, in molti casi per incendio. Al termine della campagna degli anni ’50 le capanne furono ricoperte; solo nel 1998 i lavori per la realizzazione del parco archeologico della Portella le rimisero in luce. Nel 1999-2000 si iniziò una nuova campagna di scavo diretta da M.C. Martinelli, che ha esplorato numerose altre capanne. In ultimo nel comune di Leni è stato localizzato un altro insediamento di cui si conosce ancora poco. In questo periodo le isole giocano un ruolo importante sulle rotte di navigazione nel mar Mediterraneo che dall’oriente entravano nel mar Tirreno. L”isola sarà stabilmente abitata dal IV sec. a.C. con il principale insediamento a Santa Marina Salina. Le prime testimonianze di età greca risalgono al IV-III sec. a.C.: a Val di Chiesa, nei pressi del Santuario della Madonna del Terzito, furono rinvenuti alcuni frammenti di terrecotte figurate e l’esistenza di una necropoli di età greca è documentata da vasetti di corredo raccolti sporadicamente a Val di Chiesa e da una tomba databile per il suo corredo al III sec a.C. a Leni. A Mastrognoli la necropoli di età greca con tombe a fossa potrebbe essere riferita ad un nucleo abitativo di cui non si hanno indizi. In età romana l’isola è abitata a partire dal I sec. a.C.-I sec. d.C. ed era attivo il commercio del sale, grazie alle saline di Lingua sfruttate sin da età greca (V sec. a.C.). Al commercio del sale era connessa l’attività della salagione del pesce nella fabbrica di età tardo romana scoperta a Punta Lamie in contrada Barone, e sorta su un complesso termale di età imperiale. In età bizantina, altomedievale e medievale l’isola continua ad essere abitata.